domenica 13 novembre 2011

Si salvi chi può!


Succede un po’ a tutti, no? In Italiano lo definiamo come “rimanere di sasso”, “restare attoniti”, “essere basiti”, le differenti espressioni si sprecano ma il concetto è davvero lo stesso e sì, gente, ci dobbiamo abituare, fa parte del pacchetto quando vivi in questo folle mondo caotico. Non lo so se in questa occasione sia capitato solo a me, ma…sì…sto parlando di lui…di lui, di lui, di lui…proprio lui…lui, Silvio. Sì, sì, io lo chiamo così, è per una sorta di fantasiosa fusione cinematografica tra un cognome che di questi tempi ormai è pericoloso anche solo nominare – e Tu Sai Chi malauguratamente è già stato preso – e un nome che pronunciato da solo conferisce al personaggio quella spiritosa aura di burlone amico di famiglia con cui il Cavaliere si è sempre proposto – una specie di “vostro amichevole Spiderman di quartiere”, no? Silvio. Silvio si è dimesso. Finalmente? Purtroppo? Al momento non sono in grado neppure di esprimere un’opinione a riguardo, ma…Silvio si è dimesso. E sono traumi. Sono notizie da ascoltare seduti e dopo aver appoggiato sulla tovaglia il pezzo di pane che ci stavamo portando alla bocca – che il Tg cominci alle 20, ve lo concedo, non aiuta. Era l’ormai lontano 1994 quando l’amichevole Silvio entrò col suo sorriso gagliardo alla Camera dei Deputati per la prima volta, aveva quasi sessant’anni allora e non era poi così diverso da come lo vediamo ora, aveva già pochi capelli, anche se quella volta probabilmente ancora suoi. A quel tempo ero ancora troppo piccola per capire chi fosse davvero, ma con Silvio ci sono cresciuta, per quelli della mia generazione Silvio è stato un po’ come uno zio, un nonno, un amico di merenda del papà e poco importa quanto l’abbiamo odiato, quanto l’abbiamo detestato,quanto l’abbiamo maledetto, quanto l’abbiamo criticato perché Silvio c’è sempre stato, sempre…”Ma figurati, vedrai che lo voteranno di nuovo!”, “Silvio finito? Impossibile!”, “Morire Silvio? Ma Silvio non può morire!”. Silvio. L’intramontabile. L’imprevedibile. L’inafferrabile. “Povero Silvio…” continuano a ripetere le nonne d’Italia che non riescono a capire come non si possa voler bene al piccolo, tenero, caro Silvio. “Ha fatto tanto per noi.”, “Tutti contro di lui.”,“I suoi amici lo hanno tradito.”…”Se ha scelto di mettere ai vertici gente che non lo meritava solo perché erano amici suoi è un suo problema, nonna.”…niente da fare…le nonne devono sempre compatire tutti, anche chi non se lo merita.
Non sarò certo io a esaminare con minuziosa precisione cosa abbia fatto bene e cosa male, non ne sarei in grado e non credo avrebbe senso, è il personaggio che non ho mai potuto sopportare e sì, devo ammetterlo, sarei contenta di non dovermi più sorbire i suoi sorrisi ammiccanti e le sue battute inappropriate. Sarei, sì, dico sarei, sto ancora aspettando il suo ritorno, la sua rinascita, la sua risurrezione, perché nel profondo dei nostri cuori lo temiamo un po’ tutti che ci sia ancora qualche altro Horcrux nascosto in una qualsiasi isola esotica del Pacifico. E poi mi dico: e adesso? E domani? E quando il professor Monti terminerà il suo incarico? Ci vorrebbe qualcuno esterno alla politica, qualche personaggio di polso che abbia il coraggio di candidarsi e prendere anche decisioni scomode, dicono alcuni. Coraggio, già, coraggio…chi mai potrebbe volersi accollare la responsabilità di salvare un paese che affonda? Sul carro del vincitore è semplice salire, come d’altra parte è semplice scendere quando le cose non procedono per il verso giusto. E poi ci sono quei personaggi dello spettacolo che più fanno successo e più si sentono in dovere di darti consigli su ogni aspetto della tua vita, a cominciare da come far appassire correttamente la cipolla per finire col metodo più rapido per risolvere i conflitti in Medio Oriente…sì, un po’ tipo Benedetta…Benedetta Parodi…non mi stupirei di vederla prendere il posto di Monti tra non più di qualche giorno.
E non lo so, non lo so davvero cosa sperare, non lo so, non lo so proprio perché non c’è ancora nessuno in cui poter sperare, forse non ci rimane che invocare l’aiuto di qualche lontana e pacifica divinità orientale, tipo quella che hanno pregato i Cinesi (“Vogliamo conquistale il mondo, vogliamo conquistale il mondo!”) – funziona a quanto pare! -, o di qualche bel pezzo di figliolo gentile ed imbranato proveniente da una galassia lontana come Clark Kent, o di Spiderman, di Hercules, di Harry Potter, di Hermione Granger, di Silente o magari di lei, Xena, la principessa guerriera…”Al tempo degli dei dell’Olimpo, dei signori della guerra e dei re che spadroneggiavano su una terra in tumulto, il genere umano invocava il soccorso di un eroe per riconquistare la libertà, finalmente arrivò Xena, l’invincibile principessa guerriera forgiata dal fuoco di mille battaglie, la lotta per il potere, le sfrenate passioni, gli intrighi, i tradimenti furono affrontati con indomito coraggio da colei che sola poteva cambiare il mondo.” Sarebbe bello non è vero? L’invincibile e burbera Xena qui in mezzo a noi per salvarci dalla merda in cui stiamo scivolando, un desiderio che tristemente rimarrà solo intrappolato e nascosto nei sogni di noi eterni illusi che ancora aspettiamo con ansia di vedere la nostra civetta tornare a casa con la lettera che c’invita ad entrare ad Hogwarts e anche nei sogni di un considerevole numero di giovani uomini e giovani lesbiche. Siamo solo piccoli burattini nelle mani del destino, giusto? Benedetta, salvaci tu!


the old phib

sabato 12 novembre 2011

Sarà...


Fastidiose vero? Fastidiose, irritanti, moleste, persino indisponenti a volte le note stonate. Certo, c’è poi chi non se ne rende neppure conto, un giorno ho letto che le persone stonate percepiscono la propria voce e tutti i suoni in modo diverso dagli altri, sbagliato potremmo dire, ma perché cominciare ad esprimere giudizi dopo solo due righe, forse sono davvero loro che ci sentono giusto e chi sbaglia siamo noi, un po’ come dicono e credo accada con chi vive nel proprio mondo o percepisce voci che gli altri non sono capaci di ascoltare, pazzi li chiamano, no? Forse i veri pazzi siamo noi che non sentiamo. È così che ci si sente spesso, come delle note stonate su uno spartito che non riusciamo a capire, quando siamo convinti di stare al posto giusto e invece poi nell’esatto istante in cui il pianoforte comincia a suonare ci rendiamo conto con orrore o talvolta pacifica rassegnazione che abbiamo sbagliato tutto e quello non è proprio posto per noi. Le note stonate sono note che di per sé non hanno niente di sbagliato ma che non è semplicemente lì che dovrebbero stare.
Sarà che ho 22 anni, sarà che odio non capire quello che vedo, sarà semplicemente che dovrei smetterla di cercare ostinatamente significati anche in ciò che non può palesemente averne, ma più mi guardo intorno e più sono maledettamente confusa. È di questo che parlerò, del caos, del disordine e della confusione che vedo nel mondo, nel mio mondo, nel vostro mondo…in poche parole delle note stonate.

the old phib